domenica 27 dicembre 2009

RECENSIONE di Ottaviano Giannangeli

Se avessi un poco di quel tempo, un “granello” (come tu ami dire), che manca a tutti come a te che sei diventata adulta, scriverei per te una lunga recensione, anomala, atipica, dicendo che è il libro di una donna che venti anni fa, nel 1989, si classificò seconda ad un concorso “Una Poesia per il Padre” (1). Il libro mi è parso un piccolo capolavoro: tra il diario e — in alcuni tratti una vera “poesie en prose”. Angelo Fabrizi dice nella prefazione che la “poesia di Montale è il grande fiume a cui hanno attinto i poeti venuti dopo di lui”: è vero anche per me, che mi chiamo “versificatore“ e non poeta. Molte situazioni di scrittura mi sono vicine: la tenerezza con la quale si guarda il vecchio che aspetta sulla panchina (pp. 27-28); ma è impressionante quando si coincide con Patrizia su un argomento certo peregrino, estraneo alla grande letteratura come i muretti di pietra in “attraverso il grigio” (pp. 57-58). Alla poesia Patrizia arriva, proprio in alcuni punti, per distillazione, in virtù dell’alambicco, quando la commozione raggiunge ilo momento di saturazione. (…) Ciò che mi piace della Tocci è lo sprofondare nella visione delle cose, senza pensare ad una gara con altri artisti o ad ammannire qualcosa di bello per il comune lettore. Prosegue la sua operazione scrittoria scendendo fino all’ultimo particolare, pensando che è questa infine, l’unica nostra attività a nostra disposizione per rubare qualcosa al tempo.

Ottaviano Giannangeli

Raiano, Dicembre 2009


1) La poesia “ Navigando” si trova nel primo libro di Patrizia Tocci, Un paese ci vuole (Iapadre, L’Aquila 1990) con prefazione dello stesso Ottaviano Giannangeli.

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